mercoledì 6 marzo 2013

ANALFABETI D’AMORE , ovvero,
Un libro-manuale laddove i manuali non servono.
Un libro-provocazione per mettere alla berlina coloro i quali si nascondono dietro prevedibili clichet.
Un libro che, facendo sorridere, denuncia l’incapacità dei più a venir fuori dalla banale, consolidata e comoda serialità dei luoghi comuni.
E chi scrive, in questo caso è – perdonate il gioco di parole- invitata a nozze. Come dire: vi piace vivere appartenendo ad una routine prestabilita? Allora eccovi servito il vostro ritratto! (chissà che ne direbbe Dorian Gray…). Grafica, formato, impaginazione e copertina come ogni manuale-istruzioni per l’uso che si rispetti. Ventuno piccoli uomini neri tutti uguali tra i quali spicca il diverso, la mosca bianca. Perchè un moto di ottimismo è d’obbligo. Ma si! Può capitare. Cosa? Di trovare il “diversamente amante”, colui che va in controtendenza, Zorro,  come recita l’indice analfabetico, “quello giusto”. E non è certo un caso che il prescelto abbia il nome di un personaggio dei fumetti, che esiste solo grazie alla fantasia di chi lo invoca. L’ultima lettera segna una sostanziale differenza a partire dallo stile descrittivo che da sarcastico e pungente diviene morbido e avvolgente uscendo, proprio come il personaggio descritto, dalla logica manualistica. Chi scrive scopre, alla fine,  il desiderio fiducioso di poter rapportarsi in una dimensione altra, dove si possa giocare con i vari significati del titolo: da “analfabeti”, come coloro che non sanno muoversi nel delicato terreno del cuore ad “an-alfabeti”, ovvero chi ricerca altri modi di leggere e scrivere i sentimenti. L’amore ha tanti alfabeti e l’uomo bianco, quello capace di fare la differenza, è colui che legge altre parole, disegna nuovi colori, vive sogni differenti perché, al contrario degli altri, vive di sfumature. E le sfumature sono importanti, talvolta più dei colori stessi.



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