ANALFABETI
D’AMORE , ovvero,
Un
libro-manuale laddove i manuali non servono.
Un
libro-provocazione per mettere alla berlina coloro i quali si nascondono dietro
prevedibili clichet.
Un libro
che, facendo sorridere, denuncia l’incapacità dei più a venir fuori dalla
banale, consolidata e comoda serialità dei luoghi comuni.
E chi
scrive, in questo caso è – perdonate il gioco di parole- invitata a nozze. Come
dire: vi piace vivere appartenendo ad una routine prestabilita? Allora eccovi
servito il vostro ritratto! (chissà che ne direbbe Dorian Gray…). Grafica,
formato, impaginazione e copertina come ogni manuale-istruzioni per l’uso che
si rispetti. Ventuno piccoli uomini neri tutti uguali tra i quali spicca il
diverso, la mosca bianca. Perchè un moto di ottimismo è d’obbligo. Ma si! Può
capitare. Cosa? Di trovare il “diversamente amante”, colui che va in
controtendenza, Zorro, come recita
l’indice analfabetico, “quello giusto”. E non è certo un caso che il prescelto
abbia il nome di un personaggio dei fumetti, che esiste solo grazie alla
fantasia di chi lo invoca. L’ultima lettera segna una sostanziale differenza a
partire dallo stile descrittivo che da sarcastico e pungente diviene morbido e
avvolgente uscendo, proprio come il personaggio descritto, dalla logica
manualistica. Chi scrive scopre, alla fine, il desiderio fiducioso di poter rapportarsi in
una dimensione altra, dove si possa giocare con i vari significati del titolo:
da “analfabeti”, come coloro che non sanno muoversi nel delicato terreno del
cuore ad “an-alfabeti”, ovvero chi ricerca altri modi di leggere e scrivere i
sentimenti. L’amore ha tanti alfabeti e l’uomo bianco, quello capace di fare la
differenza, è colui che legge altre parole, disegna nuovi colori, vive sogni
differenti perché, al contrario degli altri, vive di sfumature. E le sfumature
sono importanti, talvolta più dei colori stessi.
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