L’ORA ILLEGALE
Non c’è niente di legale nell’impadronirsi del tempo altrui. Per sei mesi accettiamo passivamente che qualcuno abbia deciso che a mezzanotte siano le undici, che il sole delle quattro bruci ancora perché “ è come se fossero le tre”. Con l’ora “legale” siamo nel periodo del “è come se fosse”, calibrato per toglierci la certezza più antica, quella di sapere che ore sono. Un po’ schizofrenici e bipolari viviamo metà della vita nel regno della bugia, finalizzato alla regola di maggior produzione, come avviene alle galline di allevamento. Ma per fortuna il nostro corpo reagisce! Con mal di testa, spossatezza, sonno… e la cosa più ridicola è che i più credono che sia tutta colpa di questa MALEDETTA PRIMAVERA
sabato 30 marzo 2013
mercoledì 27 marzo 2013
martedì 19 marzo 2013
PUCCINI E LE SUE DONNE. VITTIME O EROINE DI IERI, DI OGGI... DI SEMPRE ?
Con lo
sguardo rivolto alle eroine pucciniane, icone di una femminilità
intramontabile, alcune domande risuonano inevitabili : “ Chi sono oggi le nuove
Turandot? Ci sentiamo tutte un po’ Madama Butterfly? E quali sono gli attuali
modelli di donna , ancora vittime o eroine?”
Questo in
sintesi l’argomento dell’incontro dal titolo “ PUCCINI E LE SUE DONNE. VITTIME
O EROINE DI IERI, DI OGGI… DI SEMPRE ?” , a cura di Cristiana Gemignani e rappresentato
dall’artistica locandina di Angelo Dionigi Fornaciari che si terrà sabato 23
marzo alle ore 17,00 a Palazzo delle Muse, sala ex APT, piazza Mazzini a
Viareggio.
Il tema
trattato è sicuramente degno dell’ interesse non solo dei musicologi, ma anche di coloro che sono da sempre attenti
osservatori del rapporto tra l’opera del grande compositore e la complessità
delle sfumature dell’animo femminile, che porta le protagoniste pucciniane a
rivestire il ruolo di donne forti e determinate ma anche fragili e sottomesse;
comunque pur sempre, alla fine, vittime dell’amore e quindi perdenti. Donne
ricche di temperamento seppur destinate alla sofferenza. Ma quanto il vissuto
di Giacomo Puccini è legato alla sorte delle sue muse?
Un incontro
interdisciplinare, quello di oggi, che consentirà di affrontare un tema intrigante
e complesso, da diversi punti di vista: storico, musicale e, sviscerando gli
anfratti più nascosti, psicologico e neurologico. A parlarcene saranno infatti
il prof. Ubaldo Bonuccelli, neurologo, la dott.ssa B.Maria Cecchini, storica, i
registi Daniele de Plano e Vivien Hewitt e la dott.ssa Maria Fontana,
psicologa.
Partendo dalla figura del geniale compositore,
che verrà analizzata nel suo aspetto emotivo e sentimentale, proveremo a capire
perché egli abbia scelto di dare vita con le sue melodie a personaggi che hanno legato l’amore al concetto di
sofferenza e annullamento di sé.Una forte simbiosi tra Puccini e le sue donne ci porta a pensare che ogni volta che si alza il sipario il Maestro porti costantemente in scena se stesso e la sua paura di affidarsi all’amore.
Grazie all’indiscussa universalità di Giacomo Puccini, il tema è più che mai attuale. Non è cambiato molto oggi, o forse si? Dietro quale ventaglio noi donne dovremo continuare a nascondere l’imbarazzo di un sentimento dilaniante ? Quale corona in grado di rappresentare finalmente il disgelo dei conflitti con noi stesse e con l’altro, potrà troneggiare, finalmente, sulle nostre teste come delle nuove Turandot?
Qual è, dunque, la chiave di volta che rende la donna del ventunesimo secolo veramente libera e consapevole dei propri destini?
C.G.
mercoledì 6 marzo 2013
ANALFABETI
D’AMORE , ovvero,
Un
libro-manuale laddove i manuali non servono.
Un
libro-provocazione per mettere alla berlina coloro i quali si nascondono dietro
prevedibili clichet.
Un libro
che, facendo sorridere, denuncia l’incapacità dei più a venir fuori dalla
banale, consolidata e comoda serialità dei luoghi comuni.
E chi
scrive, in questo caso è – perdonate il gioco di parole- invitata a nozze. Come
dire: vi piace vivere appartenendo ad una routine prestabilita? Allora eccovi
servito il vostro ritratto! (chissà che ne direbbe Dorian Gray…). Grafica,
formato, impaginazione e copertina come ogni manuale-istruzioni per l’uso che
si rispetti. Ventuno piccoli uomini neri tutti uguali tra i quali spicca il
diverso, la mosca bianca. Perchè un moto di ottimismo è d’obbligo. Ma si! Può
capitare. Cosa? Di trovare il “diversamente amante”, colui che va in
controtendenza, Zorro, come recita
l’indice analfabetico, “quello giusto”. E non è certo un caso che il prescelto
abbia il nome di un personaggio dei fumetti, che esiste solo grazie alla
fantasia di chi lo invoca. L’ultima lettera segna una sostanziale differenza a
partire dallo stile descrittivo che da sarcastico e pungente diviene morbido e
avvolgente uscendo, proprio come il personaggio descritto, dalla logica
manualistica. Chi scrive scopre, alla fine, il desiderio fiducioso di poter rapportarsi in
una dimensione altra, dove si possa giocare con i vari significati del titolo:
da “analfabeti”, come coloro che non sanno muoversi nel delicato terreno del
cuore ad “an-alfabeti”, ovvero chi ricerca altri modi di leggere e scrivere i
sentimenti. L’amore ha tanti alfabeti e l’uomo bianco, quello capace di fare la
differenza, è colui che legge altre parole, disegna nuovi colori, vive sogni
differenti perché, al contrario degli altri, vive di sfumature. E le sfumature
sono importanti, talvolta più dei colori stessi.
Dopo la fortunata e stimolante esperienza de " IL CAFFE' DI BURLAMACCO", nata dalla volontà di offrire un'alternativa culturale e divertente nel lungo periodo vuoto dei giorni che separano un corso mascherato dall'altro, è sorta la voglia di non abbandonare le idee, le energie e la passione che ci hanno seguiti fin qui. Roberto Veronesi ed io, insieme agli amici che hanno collaborato a questo progetto, Francesco Borraccini, Bobo Pasquinucci, Marzia Zanetti, Adolfo Lippi, Angelo Dionigi Fornaciari, Paolo Dal Pino, Enrico Dei, Titti Volpe e tanti altri, vorremmo fare tesoro di quanto ci siamo raccontati per proporre un'idea di cultura del carnevale che contribuisca, un domani , alla realizzazione delle prossime Manifestazioni. Di qui la lettera a Burlamacco, della quale me ne assumo la maternità, ma che ha trovato, da subito, tantissimi consensi tra gli amanti del carnevale.
LETTERA A BURLAMACCO
Caro Burlamacco,
lo so, non siamo stati molto bravi con te, ma se tu ci
aiuterai a realizzare i nostri buoni propositi, noi ti promettiamo che……….
La tua festa di compleanno durerà solo 20 giorni, così
non ti annoierai più, e sarà grandiosa, festeggiata a dovere da tutti , ma
proprio tutti !!, perché in questi 20 giorni ti promettiamo che saremo sempre
mascherati, a rischio di andare in giro con le patacche e ci daremo alla pazza
gioia, facendo solo cose folli.
E senti un po’ : nei 4 corsi sfileranno solo carri belli
e grandiosi, proprio quelli che piacciono a te ( ti ricordi LA BOMBA , il
PIERROT, la BALLERINA? Quelli. ) Magari ci vorranno più carristi per realizzare
ogni singolo carro, li accorperemo, per
vedere se fra tutti, smetteremo di
giocare alla meno…che ne dici?
E poi, tra un carro e l’altro gruppi bandistici allegri e
originali…non eri tu che dicevi che le bande sono il simbolo della festa?
Ti promettiamo inoltre che coinvolgeremo giovani
teatranti, musicisti,mimi, artisti di strada per riempire di iniziative ogni
singolo giorno a te dedicato.
E per le strade dei nostri quartieri ti promettiamo di
inventarci, tutti insieme, il modo di renderle belle e colorate, come piace a
te. Come è successo sabato scorso quando alcuni ragazzi, contestando quella
specie di festa della birra organizzata a Città Giardino, hanno improvvisato
una festa in tuo onore in una strada del quartiere M.Polo.
E, se tutto questo non fosse per te abbastanza, ti
promettiamo che insieme a noi, tanti turisti verranno a festeggiarti, a conoscere
la Cittadella con visite guidate ( si!!! Proprio come si fa negli Studios
americani o a Venezia nelle vetrerie di Murano ) per respirare l’aria umida,
intrisa di farina bruciata che fa da culla ai nostri sogni di cartapesta. Così
magari, trovando un sacco di cose divertenti da fare, prenoteranno gli alberghi
per quattro notti, invece che per una…e magari, non si porteranno il panino da
casa ma andranno a cena al ristorante!
E d’ora in poi, giuriamo solennemente che non ti faremo
più i dispetti, come quello di oscurarti la vista del tramonto da piazza
Mazzini. Devi scusarci per questo, ma a nessuno era venuto in mente che il sole
tramonta proprio lì…….d’altra parte, non si può prevedere tutto!
L’ultima promessa, e questa è quella che ci piace di più,
è che la sera di martedi grasso
organizzeremo l’ultimo corso, che durerà fino a mezzanotte, dove tutto sarà
permesso e lo chiameremo “ il corso dell’ultima luna “, un saluto fantastico
con il quale ti accompagneremo con baldorie, inni, balli sfrenati e fuochi d’artificio nella tua dimora che
nessuno conosce, dalla quale ci guarderai, ridendo, per i prossimi 11 mesi.
Caro Burlamacco, noi, come vedi, ti promettiamo un
compleanno come non hai mai visto…con tantissima gente che verrà a trovarti….ma
tu, in cambio…..facci un favore……………
fai che per il 2014 non tornino proprio tutti……….
fai che qualcuno se ne STIA A CASA!!!
Grazie
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