sabato 30 marzo 2013

E' ORA DI CAMBIARE

L’ORA ILLEGALE
Non c’è niente di legale nell’impadronirsi del tempo altrui. Per sei mesi accettiamo passivamente che qualcuno abbia deciso che a mezzanotte siano le undici, che il sole delle quattro bruci ancora perché “ è come se fossero le tre”. Con l’ora “legale” siamo nel periodo del “è come se fosse”, calibrato per toglierci la certezza più antica, quella di sapere che ore sono. Un po’ schizofrenici e bipolari viviamo metà della vita nel regno della bugia, finalizzato alla regola di maggior produzione, come avviene alle galline di allevamento. Ma per fortuna il nostro corpo reagisce! Con mal di testa, spossatezza, sonno… e la cosa più ridicola è che i più credono che sia tutta colpa di questa MALEDETTA PRIMAVERA

venerdì 29 marzo 2013

martedì 19 marzo 2013

PUCCINI E LE SUE DONNE. VITTIME O EROINE DI IERI, DI OGGI... DI SEMPRE ?


Con lo sguardo rivolto alle eroine pucciniane, icone di una femminilità intramontabile, alcune  domande risuonano   inevitabili : “ Chi sono oggi le nuove Turandot? Ci sentiamo tutte un po’ Madama Butterfly? E quali sono gli attuali modelli di donna , ancora vittime o eroine?”
Questo in sintesi l’argomento dell’incontro dal titolo “ PUCCINI E LE SUE DONNE. VITTIME O EROINE DI IERI, DI OGGI… DI SEMPRE ?” , a cura di Cristiana Gemignani e rappresentato dall’artistica locandina di Angelo Dionigi Fornaciari che si terrà sabato 23 marzo alle ore 17,00 a Palazzo delle Muse, sala ex APT, piazza Mazzini a Viareggio.
Il tema trattato è sicuramente degno dell’ interesse non solo dei musicologi,  ma anche di coloro che sono da sempre attenti osservatori del rapporto tra l’opera del grande compositore e la complessità delle sfumature dell’animo femminile, che porta le protagoniste pucciniane a rivestire il ruolo di donne forti e determinate ma anche fragili e sottomesse; comunque pur sempre, alla fine, vittime dell’amore e quindi perdenti. Donne ricche di temperamento seppur destinate alla sofferenza. Ma quanto il vissuto di Giacomo Puccini è legato alla sorte delle sue muse?
Un incontro interdisciplinare, quello di oggi, che consentirà di affrontare un tema intrigante e complesso, da diversi punti di vista: storico, musicale e, sviscerando gli anfratti più nascosti, psicologico e neurologico. A parlarcene saranno infatti il prof. Ubaldo Bonuccelli, neurologo, la dott.ssa B.Maria Cecchini, storica, i registi Daniele de Plano e Vivien Hewitt e la dott.ssa Maria Fontana, psicologa.
Partendo dalla figura del geniale compositore, che verrà analizzata nel suo aspetto emotivo e sentimentale, proveremo a capire perché egli abbia scelto di dare vita con le sue melodie a personaggi  che hanno legato l’amore al concetto di sofferenza e annullamento di sé.
Una forte simbiosi tra Puccini e le sue donne ci porta a pensare che ogni volta che si alza il sipario il Maestro porti costantemente in scena se stesso e la sua paura di affidarsi all’amore.
Grazie all’indiscussa universalità di Giacomo Puccini, il tema è più che mai  attuale. Non è cambiato molto oggi, o forse si? Dietro quale ventaglio noi donne dovremo continuare a nascondere l’imbarazzo di un sentimento dilaniante ? Quale corona in grado di rappresentare finalmente il disgelo dei conflitti con noi stesse e con l’altro, potrà troneggiare, finalmente, sulle nostre teste come delle nuove Turandot?  
Qual è, dunque, la chiave di volta che rende la donna del ventunesimo secolo veramente libera e consapevole dei propri destini?
C.G.






mercoledì 6 marzo 2013

ANALFABETI D’AMORE , ovvero,
Un libro-manuale laddove i manuali non servono.
Un libro-provocazione per mettere alla berlina coloro i quali si nascondono dietro prevedibili clichet.
Un libro che, facendo sorridere, denuncia l’incapacità dei più a venir fuori dalla banale, consolidata e comoda serialità dei luoghi comuni.
E chi scrive, in questo caso è – perdonate il gioco di parole- invitata a nozze. Come dire: vi piace vivere appartenendo ad una routine prestabilita? Allora eccovi servito il vostro ritratto! (chissà che ne direbbe Dorian Gray…). Grafica, formato, impaginazione e copertina come ogni manuale-istruzioni per l’uso che si rispetti. Ventuno piccoli uomini neri tutti uguali tra i quali spicca il diverso, la mosca bianca. Perchè un moto di ottimismo è d’obbligo. Ma si! Può capitare. Cosa? Di trovare il “diversamente amante”, colui che va in controtendenza, Zorro,  come recita l’indice analfabetico, “quello giusto”. E non è certo un caso che il prescelto abbia il nome di un personaggio dei fumetti, che esiste solo grazie alla fantasia di chi lo invoca. L’ultima lettera segna una sostanziale differenza a partire dallo stile descrittivo che da sarcastico e pungente diviene morbido e avvolgente uscendo, proprio come il personaggio descritto, dalla logica manualistica. Chi scrive scopre, alla fine,  il desiderio fiducioso di poter rapportarsi in una dimensione altra, dove si possa giocare con i vari significati del titolo: da “analfabeti”, come coloro che non sanno muoversi nel delicato terreno del cuore ad “an-alfabeti”, ovvero chi ricerca altri modi di leggere e scrivere i sentimenti. L’amore ha tanti alfabeti e l’uomo bianco, quello capace di fare la differenza, è colui che legge altre parole, disegna nuovi colori, vive sogni differenti perché, al contrario degli altri, vive di sfumature. E le sfumature sono importanti, talvolta più dei colori stessi.



Dopo la fortunata e stimolante esperienza de " IL CAFFE' DI BURLAMACCO", nata dalla volontà di offrire un'alternativa culturale e divertente nel lungo periodo vuoto dei giorni che separano un corso mascherato dall'altro, è sorta la voglia di non abbandonare le idee, le energie e la passione che ci hanno seguiti fin qui. Roberto Veronesi ed io, insieme agli amici che hanno collaborato a questo progetto, Francesco Borraccini, Bobo Pasquinucci, Marzia Zanetti, Adolfo Lippi, Angelo Dionigi Fornaciari, Paolo Dal Pino, Enrico Dei, Titti Volpe e tanti altri, vorremmo fare tesoro di quanto ci siamo raccontati per proporre un'idea di cultura del carnevale che contribuisca, un domani , alla realizzazione delle prossime Manifestazioni. Di qui la lettera a Burlamacco, della quale me ne  assumo la maternità, ma che ha trovato, da subito, tantissimi consensi tra gli amanti del carnevale.

LETTERA A BURLAMACCO


Caro Burlamacco,
lo so, non siamo stati molto bravi con te, ma se tu ci aiuterai a realizzare i nostri buoni propositi, noi ti promettiamo che……….
La tua festa di compleanno durerà solo 20 giorni, così non ti annoierai più, e sarà grandiosa, festeggiata a dovere da tutti , ma proprio tutti !!, perché in questi 20 giorni ti promettiamo che saremo sempre mascherati, a rischio di andare in giro con le patacche e ci daremo alla pazza gioia, facendo solo cose folli.
E senti un po’ : nei 4 corsi sfileranno solo carri belli e grandiosi, proprio quelli che piacciono a te ( ti ricordi LA BOMBA , il PIERROT, la BALLERINA? Quelli. ) Magari ci vorranno più carristi per realizzare ogni singolo  carro, li accorperemo, per vedere se fra tutti,  smetteremo di giocare alla meno…che ne dici?
E poi, tra un carro e l’altro gruppi bandistici allegri e originali…non eri tu che dicevi che le bande sono il simbolo della festa?
Ti promettiamo inoltre che coinvolgeremo giovani teatranti, musicisti,mimi, artisti di strada per riempire di iniziative ogni singolo giorno a te dedicato.
E per le strade dei nostri quartieri ti promettiamo di inventarci, tutti insieme, il modo di renderle belle e colorate, come piace a te. Come è successo sabato scorso quando alcuni ragazzi, contestando quella specie di festa della birra organizzata a Città Giardino, hanno improvvisato una festa in tuo onore in una strada del quartiere M.Polo.
E, se tutto questo non fosse per te abbastanza, ti promettiamo che insieme a noi, tanti turisti verranno a festeggiarti, a conoscere la Cittadella con visite guidate ( si!!! Proprio come si fa negli Studios americani o a Venezia nelle vetrerie di Murano ) per respirare l’aria umida, intrisa di farina bruciata che fa da culla ai nostri sogni di cartapesta. Così magari, trovando un sacco di cose divertenti da fare, prenoteranno gli alberghi per quattro notti, invece che per una…e magari, non si porteranno il panino da casa ma andranno a cena al ristorante!
E d’ora in poi, giuriamo solennemente che non ti faremo più i dispetti, come quello di oscurarti la vista del tramonto da piazza Mazzini. Devi scusarci per questo, ma a nessuno era venuto in mente che il sole tramonta proprio lì…….d’altra parte, non si può prevedere tutto!
L’ultima promessa, e questa è quella che ci piace di più,  è che la sera di martedi grasso organizzeremo l’ultimo corso, che durerà fino a mezzanotte, dove tutto sarà permesso e lo chiameremo “ il corso dell’ultima luna “, un saluto fantastico con il quale ti accompagneremo con baldorie, inni, balli sfrenati  e fuochi d’artificio nella tua dimora che nessuno conosce, dalla quale ci guarderai, ridendo, per i prossimi 11 mesi.
Caro Burlamacco, noi, come vedi, ti promettiamo un compleanno come non hai mai visto…con tantissima gente che verrà a trovarti….ma tu, in cambio…..facci un favore……………
fai che per il 2014 non tornino proprio tutti……….
fai che qualcuno se ne STIA A CASA!!!
Grazie